L’uomo della bomba
Bologna, 2 agosto 1980
Lo immagino mentre confeziona la bomba.
Perché la preparazione dell’esplosivo è per definizione il lavoro di un uomo solo.
Necessita della precisione di un orologiaio, della accuratezza di un orafo. Se sbagli l’unica cosa che vedrai, in un’eterna frazione di secondo, sarà un unico bagliore e di te non rimarranno che frammenti poco più grandi di una moneta da un’euro.
L’uomo sta sudando. E’ un caldo giorno d’estate e, da un appartamento vicino o da un’autoradio sulla strada provengono le note di una canzone da spiaggia, una di quelle infarcite di sole, amore e cuore e mare e che sono destinate a essere dimenticate a partire dal 1° Settembre.
L’uomo sta sudando, mentre sta modellando l’esplosivo perché aderisca perfettamente alla valigia dove ha deciso di ospitare la bomba.
L’uomo è un assassino, ma forse non si considera tale. Se lo fa per soldi si considera un buon professionista, un esperto che offre la sua preparazione a chi paga di più. Se invece è per politica considera che ciò che fa è solo per il trionfo della Causa. O forse no. Forse si considera davvero un assassino e ne prova piacere, una eccitazione quasi sessuale nel preparare quello strumento di morte destinato a sterminare degli innocenti,e si sente un dio o forse un demone sterminatore e nelle sue mani sta preparando il destino di decine di uomini, donne e bambini… si sente uno strumento della Grande Mietitrice…e gli piace.
Ora sta terminando. Si asciuga il volto con il dorso del braccio e guarda uno dei suoi complici che gli porge il congegno d’innesco. L’Uomo della Bomba sorride nel vedere la mano del complice che trema leggermente. Prende il congegno d’innesco, inizia ad adattare i fili all’eplosivo e programma il timer. Valuta un tempo sufficiente per permettergli di uscire dal “laboratorio” e arrivare in auto sino all’Obiettivo, depositare la bomba e uscire con un ragionevole margine di sicurezza.
“Fatto”. E’ l’unica parola che ha detto al complice durante tutta la preparazione della bomba e la voce sembra stridere nella stanza deserta. Chiude con accuratezza la valigia e con delicatezza la afferra per la maniglia.
“Andiamo”.
Salgono in auto. La distanza tra il Laboratorio e l’Obiettivo non è molta…immagino che avrà scelto un anonimo appartamento, studio od officina per confezionare la bomba, a relativamente poca distanza dall’Obiettivo, forse addirittura a poche centinaia di metri.
Percorrono la città deserta che comincia a prendere vita mano a mano che si avvicinano all’Obiettivo.
La Stazione Centrale di Bologna.
Auto private e taxi nel parcheggio.
Due automobilisti che litigano per un sorpasso azzardato.
“Fermati”
L’Uomo scende dall’auto, prende la valigia dal bagagliaio e si incammina verso la Stazione.
Due fidanzati si abbracciano proprio sotto il porticato.
Un giovane turista straniero, seduto con la schiena appoggiata ad una colonna dell’ingresso consulta un orario ferroviario tascabile.
Un bambino mangia un ghiacciolo.
L’Uomo entra nella Stazione e per un attimo la frescura dell’ingresso gli dà sollievo.
Due coniugi di mezza età litigano vicino all’edicola. Lei voleva andare dai genitori a Grosseto, Rimini non le è mai piaciuta e soprattutto non le piace la pensione dove ha prenotato il marito.
Un giovane militare di leva sta bestemmiando perché non riuscirà a prendere la coincidenza per Udine e rientrare in tempo in caserma.
Un marito fissa l’orologio dell’atrio e dice alla moglie che ancora dieci minuti ed arriverà il treno della figlia.
Ancora dieci minuti…
L’Uomo della Bomba entra nella sala d’aspetto e si guarda intorno.
Bambini che giocano.
Un neonato piange.
Qualcuno fuma nervosamente.
Un uomo sfoglia annoiato per la ventesima volta la Gazzetta dello Sport.
Una anziana donna inganna l’attesa sferruzzando una calza per bambino
Qualcuno esce dalla sala d’aspetto e qualcuno vi entra.
Qualcuno vivrà. Qualcuno morirà.
L’Uomo con la Bomba lascia la valigia ad un passeggero in attesa,
“Scusi, dovrei andare in bagno, dovrei cercare mio figlio che si è perso, dovrei…”
Chi avrà scelto?
Un anziano gentile, appartenente ad un’epoca diversa, dove diffidare di uno sconosciuto era segno di scortesia?
Due giovani genitori, impacciati da un bambino addormentato per il gran caldo?
L’emigrante in attesa della coincidenza per casa?
Chi avrà guardato negli occhi, sapendo che tra pochi istanti di lui non sarebbe più rimasto nulla?
Chi?
L’Uomo della Bomba esce dalla sala d’attesa di seconda classe. Forse si sarà girato per un istante per guardare la scena, gli uomini, le donne ed i bambini che tra poco sarebbero diventati carne e sangue, senza più volti, senza più membra, senza più corpi.
Sì…un mostro capace di sterminare a sangue freddo degli innocenti, temo che abbia fissato le sue prossime vittime. E probabilmente gli è piaciuto. Ha pregustato l’Istante.
L’Uomo della Bomba esce dalla Stazione e raggiunge l’auto del complice.
Si allontanano.
Ma, sicuramente uno come lui non può essersene andato così.
Probabilmente dopo poche decine di metri, quando è a distanza di sicurezza, ha ordinato al Complice di accostare.
Forse addirittura è sceso dall’auto per ammirare meglio la sua opera.
L’Uomo della Bomba guarda il suo orologio da polso
Le 10 e 25
“Adesso” mormora.
E il mondo scompare.
La bomba esplosa alla Stazione Ferroviaria di Bologna alle 10 e 25 del 2 Agosto 1980 uccise 85 persone e ne ferì 200.
Nove erano cittadini stranieri.
La più anziana delle vittime, Antonio Montanari aveva 86 anni, la più giovane, Angela Fresu, 3. Della sua mamma, Maria, una bella ragazza di 24 anni non è rimasto più nulla che i suoi cari possano seppellire e piangere.
Due persone furono condannate all’ergastolo per la strage, anche se in molti hanno manifestato dubbi sulla loro effettiva colpevolezza.
In ogni caso oggi vivono libere.
(per la redazione di cadutipolizia.it Fabrizio Gregorutti)