La Milizia della Strada e i suoi Caduti
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Acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta, da quando iniziammo in modo molto “casalingo” a raccogliere le varie schede sui nostri Caduti. Ci dedicammo senza sosta a ricerche che sembravano infinite: ai Caduti più conosciuti se ne aggiunsero ben presto tantissimi altri assolutamente ignoti, e questo solo a restare nel periodo del dopoguerra. Quando poi ci cimentammo con la Storia, quella “tosta”, eh beh… tutto cambiò radicalmente. La prima sensazione – parlo per me – fu quella di inadeguatezza: una Polizia già di per sé storicamente frammentata, dibattuta tra fondazioni, cancellazioni, epurazioni e modifiche necessitava di un background storico di tutto rispetto, soprattutto quando si andò a sbattere il muso contro alcuni “muri” che per alcuni era meglio dimenticare. Mi riferisco soprattutto alla Polizia del Ventennio, quel Corpo degli Agenti di P.S. e quella Polizia Repubblicana che ancora oggi rappresentano una complessità di elementi soggettivi tra i più eterogenei. E tra i più rischiosi, storicamente parlando.
Poi, l’altra sera ho ricevuto una telefonata. L’interlocutore – persona storicamente preparatissima e dal ragguardevole spessore culturale nella nostra materia – dopo un preambolo molto ampio mi “spara” la sua bordata:
“Ma perché avete lasciato fuori i Caduti della Milizia della Strada?”
Lì per lì credevo di non avere capito bene. Poi, la domanda mi è stata argomentata, partendo dal presupposto che tale organo fu il primo a dedicarsi specificamente al controllo della viabilità e della sicurezza stradale e – cosa davvero importante – addirittura citato in una delle pubblicazioni ufficiali sul neo celebrato 70° anniversario di fondazione della Polizia Stradale, i cui “natali” erano stati finalmente sdoganati sia sotto il profilo storico, sia sotto quello iconografico.
Su queste pagine la politica non ha mai attecchito. E’ qualcosa di troppo sordido per poter entrare in un Sacrario, ancorché virtuale. Qui si vive di Storia. E la Storia non si nega né si seppellisce o si inquina. Abbiamo avuto l’onestà intellettuale di censire i nostri Caduti della Polizia Repubblicana (che durò solo 18 mesi, ma il cui travaglio rappresenta il parto più difficile) e quelli della P.A.I. (la Polizia più bella e professionale di cui possiamo onorarci): lo abbiamo fatto senza farci condizionare dai loro natali, in un periodo sociopolitico in cui la parola “Fascismo” fa più paura di una bestemmia gridata in chiesa.
La Milizia della Strada è stata una forza di Polizia apprezzata per molti anni, dal 1928 al 1945. Molti furono i suoi Caduti, “colpevoli” soltanto di essere morti con il fregio sbagliato sul casco della moto. Ma poi, qual’è il fregio giusto o sbagliato? Qual’è il Bene o il Male, quando il Milite X fece lo stesso lavoro con la stessa onestà e abnegazione con cui lo fece la guardia Y? Tra loro, solo un fregio.
A seguire questa logica, la risposta all’interrogativo iniziale sarebbe scontata: vanno censiti anche i Caduti della Milizia.
Ma c’è un ma. La Milizia della Strada era una branca della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, a sua volta composta da altri settori specifici quali la Ferroviaria, la Portuale, la Confinaria, la Forestale. Settori che seguirono vicende diverse, a volte contrapposte. Censire il milite stradale Tizio, ma dimenticare il milite ferroviario Sempronio o quello confinario Caio creerebbe un impasse storico che non ci possiamo permettere. Perché a ragionare in senso onnicomprensivo, si dovrebbero allora censire anche tutti i Caduti della Guardia Nazionale Repubblicana che parimenti disimpegnarono funzioni di Polizia.
E’ vero: la Milizia della Strada è la “mamma” della Polizia Stradale. Lo diciamo in modo chiaro, senza timori. Una “mamma” unica, che non trova elementi speculari sullo stesso piano poiché lo stesso non si può dire ad esempio della Milizia Ferroviaria (dal momento che gli Uffici di P.S. nelle Stazioni li troviamo già dai primi del Novecento) o ancora della Milizia Portuale (visto che abbiamo fotografie di Guardie di Città vestite in uniforme da marina, con il fregio del Corpo riportato sulla manica della giubba).
Ma non possiamo correre il rischio di censire questi Caduti. Farlo con loro, significherebbe lasciarne fuori altri. E anche a censire questi ultimi, se ne lascerebbero fuori altri ancora, in un pericoloso effetto-domino che preferiamo non innescare.
Questo articolo vuole perciò rendere omaggio a quelle decine di Caduti della Milizia della Strada presi nella loro generalità, senza nomi e cognomi. Furono Poliziotti, lo furono in modo altamente professionale visto che a guerra finita non ci fu nessun problema a farli transitare nella neonata Polizia Stradale. Li ricordiamo come è giusto che sia, Fratelli di Giubba ancorché con diverso fregio. Perché qui l’unica cosa che conta davvero è la memoria storica.
Per la Redazione Cadutipolizia: Gianmarco Calore
Complimenti per l’articolo! Grazie per quello che fate
Grazie a lei per il suo contributo!
Veramente un articolo interessante. Complimenti e buon lavoro
Grazie a lei!
Congratulazioni siete e sarete sempre nel mio cuore perche ` avete un grande valore italiano europeo e mondiale
Siete il più grande valore di difesa di tutta l’Italia e del mondo
La Mds non è mai dipesa gerarchicamente dal Ministero dell’interno (a differenza della Polizia della RSI) quindi non andrebbe inserita tra i caduti del personale di PS (Corpo e funzionari). La PAI venne soppressa e per legge venne assorbita (uomini mezzi funzioni) nella PS.
La MDS alla soppressione venne inglobata nel R Esercito o liquidata, e alla fine degli anni 40 – con concorsi riservati ai già militi – venne data ai suoi uomini l’opportunità di entrare nel Corpo
Giulio, concordo pienamente con la tua opinione chiarificatrice.
poichè l interlocutore di Calore afferma che la MdS è citata ed essendo ragionevolmente coinvolto nell’affermazione (giacchè il saggio sull iconografia nel volume per il 70 anni della Stradale reca la mia firma), avverto il piglio di chiarire un punto. il richiamo iconografico (e iconologico) sottende la professionalità di quei bravi militi il riscatto storiografico che meritano, la continuità ideale e funzionale con la Specialità del Corpo delle Guardie di PS . Che, se interpreta per inserire le milizie speciali in questo sito, spinge il concetto oltre il vaso in cui è stato deliberatamente collocato