Cangiano Giuseppe ✞ 29/08/1920
- Data:29/08/1920
- Età:44
- Data di nascita:06/09/1875
- Provincia di nascita:L'Aquila
- Luogo di nascita:Cittaducale
- Corpo:Amministrazione di Pubblica Sicurezza del Regno d'Italia
- Grado:Commissario
- Provincia:Firenze
- Causa:Ordine pubblico
- Reparto:Regia Questura
Fu ucciso il 29 Agosto a Firenze, durante una manifestazione.
Nel tardo pomeriggio di quel giorno il Partito Socialista e la Camera del Lavoro di Firenze avevano indetto un comizio in Piazza Santa Maria Novella per perorare l’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e l’Unione Sovietica. Al termine del comizio un corteo di circa 300 partecipanti si diresse verso la Camera del Lavoro di Firenze. Quando i manifestanti raggiunsero Via Romana, il commissario Cangiano, che dirigeva il servizio di ordine pubblico, cercò di convincere i manifestanti a sciogliersi, temendo l’esplodere di incidenti.
I dimostranti proseguirono ugualmente verso Piazza Vittorio Emanuele, dove Cangiano parlamentò nuovamente con loro, ottenendo l’assicurazione che il corteo si sarebbe diretto ordinatamente verso la Camera di Lavoro, dove si sarebbe sciolto senza ulteriori difficoltà. Ma, mentre Cangiano si stava allontanando verso lo schieramento di carabinieri e guardie regie, venne aggredito alle spalle da un manifestante il quale gli sferrò una violenta bastonata alla testa e quindi gli sparò un colpo di pistola in fronte e ancora un secondo colpo quando il funzionario era ormai crollato al suolo e, secondo la cronaca dell’epoca, venne anche raggiunto da una pugnalata.
Fu l’inizio degli scontri, nel corso del quale agenti e carabinieri da una parte e dimostranti dall’altra fecero uso di armi da fuoco. Due manifestanti rimasero uccisi, mentre altri quattro rimasero feriti, insieme a un vicebrigadiere dei Carabinieri. Le Forze dell’Ordine arrestarono numerose persone, coinvolte a vario titolo negli scontri.
Giuseppe Cangiano lasciò la moglie e tre figli.
Fonte. “il Corriere della Sera” del 31 Agosto 1920
Letture correlate: Sergio e Daniele Tinti, Il Commissario Giuseppe Cangiano. Una vittima del Dovere
Circa l’apprezzamento al testo mi astengo, per motivi di opportunità, dall’esprimere un giudizio essendo, quale coautore, parte in causa. Aggiungo soltanto che i contenuti sono il frutto di laboriose ricerche condotte personalmente in un quinquennio.