Chessa Federico ✞ 20/07/1944
- Data:20/07/1944
- Età:31
- Data di nascita:30/01/1913
- Provincia di nascita:Sassari
- Luogo di nascita:Sassari
- Causa:Assassinio
- Grado:Guardia
- Corpo:Polizia Repubblicana
- Reparto:Questura Repubblicana
- Provincia:Torino
Fucilato in data successiva al 20 Luglio, dopo la propria cattura da parte dei partigiani nei pressi di La Cassa di San Gillio Torinese (TO).
Nel giugno 1944 la Questura di Torino avviò un’indagine su un ingente furto di materiali da un cantiere edile nel capoluogo piemontese. Due dei ladri vennero arrestati, mentre il terzo fuggì a La Cassa, frazione del paese di San Gillio Torinese, dove si fece passare per un antifascista perseguitato dalle autorità della RSI.
La sorella di uno dei due complici arrestati, desiderosa di alleggerire la situazione del fratello, raggiunse la località di La Cassa insieme alla guardia Federico Chessa, il quale stava indagando sul furto, per convincere il latitante a costituirsi, ma quest’ultimo consegnò ai partigiani l’agente Chessa, asserendo falsamente che questi voleva arrestarlo per motivi politici.
Il poliziotto si difese vanamente, spiegando di voler arrestare un ladro e non un oppositore politico, ma venne ugualmente fucilato pochi giorni dopo la cattura.
Augusto, il fratello dell’agente Federico Chessa, anch’egli agente di Polizia in servizio a Torino, avviò indagini personali sulla scomparsa del familiare e raggiunse ugualmente La Cassa, dove venne anch’egli catturato dai partigiani dopo delazione del ricercato e quindi fucilato.
Le indagini sulla scomparsa dei due fratelli Chessa vennero riprese nel 1947, grazie all’insistenza del loro padre e alle investigazioni del dirigente del Commissariato “San Donato” di Torino, un valoroso ex comandante partigiano, il quale arrestò e fece confessare il latitante, consentendo il recupero della salma dell’agente Federico Chessa.
Nel successivo processo, avvenuto nel 1948, l’ex ricercato si difese asserendo di non avere voluto la morte dei due poliziotti ma di averli denunciati “soltanto” per evitare l’arresto. La tesi difensiva venne accettata dal Tribunale e l’uomo venne condannato ad appena quattro anni per furto e sequestro di persona. La cronaca del tempo valutò che l’uomo sarebbe uscito di prigione dopo soli due mesi dal momento della sentenza.
La guardia Federico Chessa era nata a Sassari il 30 Gennaio 1913.
Fonte principale: quotidiano “la Nuova Stampa” del 4 Novembre 1947 e del 1° Luglio 1948
Davvero bravo il nostro “partigiano” (le virgolette stanno a significare che di lui tutto si può dire tranne che fosse un partigiano)!
Chissà quanti altri farabutti della stessa risma, che nulla avevano a che fare con la resistenza, ne hanno approfittato per compiere ruberie e violenze di ogni genere, venendo magari osannati come eroi e percorrendo successivamente brillanti carriere in politica o in qualche pubblica amministrazione.
Sarebbe interessante sapere se i familiari di quel tizio credono che sia un valoroso combattente oppure sanno che era solo un volgare ladro che ha sulla coscienza due onesti poliziotti, colpevoli solo di avere fatto il loro dovere, anche se indossavano la divisa sbagliata.
Nessun commento sul giudice che ha creduto alla versione di quell’uomo.
Scusate, ma quando leggo di queste storie mi sento ribollire dalla rabbia!