Ciotta Giuseppe ✞ 12/03/1977
- Data:12/03/1977
- Età:29
- Data di nascita:13/11/1947
- Provincia di nascita:Foggia
- Luogo di nascita:Ascoli Satriano
- Grado:Brigadiere
- Corpo:Corpo delle Guardie di P.S. (1944-1981)
- Reparto:Questura
- Causa:Terrorismo ed eversione
- Provincia:Torino
- Reparto:Ufficio Politico (fino al 1978)
Venne assassinato il 12 Marzo a Torino, in un agguato compiuto da terroristi delle Brigate Rosse.
Il brigadiere Giuseppe Ciotta prestava servizio all’Ufficio Politico (poi DIGOS) della Questura di Torino. Insieme al commissario capo Antonio Esposito, già capo dell’Antiterrorismo per la Liguria ed al maresciallo Rosario Berardi, suo collega d’ufficio (entrambi in seguito assassinati dalle Brigate Rosse) aveva partecipato all’arresto di pericolosi terroristi latitanti, tra i quali quello di uno degli assassini del Procuratore Generale di Genova Francesco Coco e della sua scorta. Da qualche mese, però, il brigadiere Ciotta era passato ad incarichi meno pericolosi, come la sorveglianza esterna del Politecnico di Torino, dell’Istituto Galileo Ferraris e della Facoltà di Architettura. I terroristi delle Brigate Rosse gli tesero un agguato mentre alle 8 del mattino usciva dalla propria abitazione in via Gorizia a Torino. Quando il brigadiere Ciotta salì in auto uno dei terroristi gli si affiancò e prima che il poliziotto potesse tentare una qualsiasi reazione sparò tre colpi di pistola, uccidendolo.
Giuseppe Ciotta lasciò la moglie ed una figlia di appena due anni.
Alla sua memoria vennero dedicati l’intitolazione dell’autocentro e centro raccolta materiali di Foggia e un cippo commemorativo ad Ascoli Satriano (FG).
Fonte: La Stampa; Memorie Storiche – Albo d’Oro dei Caduti della Polizia di Stato.
Una significativa immagine tratta da Polizia Moderna, scattata pochi giorni prima del barbaro assassinio
Frequentavo lo stesso corso sottufficiali (anni 71-72, l’ultimo da maggio a maggio). Ammiravo la sua sicurezza, l’orgoglio, la riservatezza, ma anche la sua determinazione. Giocavamo a calcio insieme (era bravo). A volte, lo facevamo irritare, sapendo quanto fosse permaloso, ma alla fine rideva pure lui, anche se arrossiva. Piansi quando seppi della sua morte….Ciao Peppino, così ti chiamavo.