Colosi Raffaele ✞ 26/08/1961
- Data:26/08/1961
- Età:30
- Data di nascita:21/02/1931
- Provincia di nascita:Messina
- Luogo di nascita:Milazzo
- Corpo:Amministrazione della Pubblica Sicurezza
- Causa:Assassinio
- Grado:Commissario Aggiunto
- Provincia:Palermo
- Reparto:Questura
Intorno alle 16,00 del 26 agosto un noto imprenditore si recò presso l’abitazione del cugino, col quale doveva sbrigare delle commissioni. Dopo avergli citofonato, mentre lo attendeva in auto, udì sette distinte detonazioni provenienti dal portone. Rientrò immediatamente, seguito da un maresciallo dei Carabinieri e da un cronista del Giornale di Sicilia, che passando lì vicino avevano udito i colpi di pistola. Vide suo cugino esanime e sanguinante e, senza perder tempo, lo caricò in auto e lo accompagnò al pronto soccorso, dove però l’uomo giunse cadavere.
Nel frattempo, su segnalazione del maresciallo, erano giunti sul posto diversi carabinieri e poliziotti, fra i quali il un tenente dei CC e il dr. Colosi, dirigente dell’Ufficio Pronto Intervento della Squadra Mobile. Assunte informazioni dal portiere dello stabile, il funzionario ed il tenente dei CC concentrarono la loro attenzione su un inquilino, già noto alle forze dell’ordine per pregressi episodi di violenza connessi alla sua labilità mentale. Bussarono quindi alla sua porta, al piano rialzato; questi aprì e, alzate le mani, si consegnò agli inquirenti. I carabinieri lo ammanettarono e lo portarono alla vicina stazione, mentre il dr. Colosi e altri investigatori si trattennero sul posto per ricostruire l’episodio. Improvvisamente un forte boato proveniente dall’appartamento dilaniò il Comm. Colosi e la Guardia Domenico Corona, ferendo altri undici fra poliziotti e carabinieri, alcuni in maniera grave.
Le indagini accertarono che il demente prima aveva sparato al suo padrone di casa, abitante nello stesso stabile e quindi, prima di consegnarsi, aveva innescato un ordigno ad alto potenziale per provocare deliberatamente una strage. Già arrestato altre due volte per violenze, era stato sempre rimesso in libertà, nonostante una proposta di internamento in manicomio.
Fonti: Giornale di Sicilia del 27.08.1961; L’Ora del 29.08.1961. Archivio ritagli stampa della Questura di Palermo