Corrao Silvestro ✞ 30/06/1963
- Data:30/06/1963
- Età:45
- Data di nascita:01/11/1917
- Provincia di nascita:Palermo
- Luogo di nascita:Palermo
- Corpo:Corpo delle Guardie di P.S. (1944-1981)
- Causa:Mafia e organizzazioni criminali equiparate
- Grado:Maresciallo
- Provincia:Palermo
- Reparto:Questura
Morì il 30 Giugno, in Contrada Ciaculli a Palermo dilaniato insieme a quattro colleghi dell’Arma dei Carabinieri e due soldati d’artiglieria dall’esplosione di una autobomba.
Negli anni tra il 1962 ed il 1963 Palermo era in preda alla Prima Guerra di Mafia che vedeva contrapposti i clan Greco e La Barbera, in lotta per la supremazia nel settore del traffico della droga che in quegli anni vedeva una prima, impetuosa fioritura. Decine di persone vennero assassinate, alcune delle quali con l’uso di autobomba.
Poco prima dell’alba del 30 Giugno una Alfa Romeo Giulietta riempita di esplosivo esplose a Villabate dinanzi a un’autorimessa di proprietà di un parente della famiglia Greco, uccidendo il guardiano ed un altro innocente passante. Alle 11,30 ai Carabinieri della Tenenza di Roccella giunse una telefonata che segnalava la presenza di una automobile sospetta nel Fondo Sirena, tra Villabate e Ciaculli. Quando militari ed agenti di Polizia giunsero sul posto notarono l’auto, un’altra Alfa Romeo Giulietta con uno dei pneumatici forati e, sul sedile posteriore della vettura una bombola di gas collegata a una miccia. Vennero chiamati i militari della Direzione di Artiglieria di Palermo per disinnescare la bomba che giunsero poco dopo insieme al maresciallo di Pubblica Sicurezza Silvio Corrao, uno dei più brillanti investigatori della Squadra Mobile di Palermo, giunto a Ciaculli per collaborare con i colleghi dell’Arma dei Carabinieri. Il maresciallo dell’Esercito Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciaccio lavorarono per circa un’ora per disinnescare l’ordigno. Quando vi riuscirono i militari iniziarono il controllo del’auto, ma una seconda bomba era occultata nel bagagliaio della vettura che esplose, dilaniando il maresciallo Corrao, il maresciallo Nuccio e il soldato Ciaccio, il tenente dei Carabinieri Mario Malausa, il maresciallo dell’Arma Calogero Vaccaro ed i carabinieri Eugenio Altomare e Marino Fardelli.
Il maresciallo Silvio Corrao era uno dei migliori investigatori della Squadra Mobile di Palermo. In forza alla Sezione Omicidi, aveva arrestato oltre circa cinquanta assassini. Sposato, fuori servizio amava frequentare la libreria Flaccovio, ritrovo degli intellettuali palermitani, e gli ambienti culturali della città. Tutto ciò che fu ritrovato di lui e che venne riconsegnato alla moglie furono la fede nuziale, una scarpa, la cinghia dei pantaloni e la fondina della pistola.
Le indagini dell’epoca si concentrarono su un attentato fallito nei confronti del boss di Ciaculli Salvatore Greco, da parte dei rivali della cosca La Barbera, ma nessuno venne mai formalmente rinviato a giudizio per la strage. Successive indagini investigative e giornalistiche hanno ipotizzato che obiettivo dell’attentato fossero gli stessi Carabinieri della Tenenza di Roccella e soprattutto il loro comandante, tenente Mario Malausa, autore di un rapporto alla magistratura sugli intrecci tra mafia e politici locali. In ogni modo, ancora oggi autori e mandanti della strage di Ciaculli sono ignoti e il caso è da considerarsi insoluto.
Alla memoria del maresciallo fu dedicata una stele sul luogo della strage.
Fonti: “Mafia. Da Giuliano a Dalla Chiesa” Giuseppe Fava Editori Riuniti 1984 “Da cosa nasce cosa “ di Alfio Caruso, ed. Longanesi &C.; Memorie Storiche – Albo d’Oro dei Caduti della Polizia di Stato.
I funerali del maresciallo Silvestro Corrao
Buona sera.
Non vorrei sbagliarmi ma una volta, in un servizio televisivo che mostrava l’ingresso dell’edificio dove ha sede la Squadra Mobile di Palermo, ho notato il nome del Maresciallo inciso su una lapide, insieme a quelli di altri poliziotti caduti per mano della mafia.
Con cordialità.
Maurizio Bedin, Sabaudia (Latina).
Confermo. E’ il primo Caduto in essa riportato.
Da qualche anno, oltre alla lapide posta all’ingresso della Squadra Mobile, all’interno a piano terra è stato ricavato il museo dell’ufficio. All’interno vi sono testate giornalistiche che riportano il sacrificio dei colleghi, le foto dei caduti con la descrizione dei loro ruoli e dei delitti, nonché l’arredamento di quello che era l’ufficio del dott. Giuliano di cui la palazzina porta il nome, corredato del telefono, lampade dell’epoca ed equipaggiamenti. Un consiglio colleghi. Visitatelo e fatelo visitare.