Cuogo Antonio ✞ 19/09/1943
- Data:19/09/1943
- Corpo:Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza
- Causa:Evento Bellico
- Grado:Guardia
- Reparto:Regia Questura
- Provincia:Spalato
Morì il 19 Settembre durante un bombardamento tedesco sulla località dalmata di Spinut, quando una bomba della Luftwaffe colpì la baracca dove era detenuto insieme ad altri agenti italiani catturati dagli jugoslavi.
Il 19 settembre è una giornata insolitamente tranquilla quando gli aerei tedeschi attaccano Spalato. Uno degli obiettivi è la grande caserma di Spinut che viene investita con violenza.
Le bombe martoriano la struttura militare, mentre le mitragliatrici massacrano tutto ciò che si muove.
Che cosa accade all’interno della caserma, lo lasciamo descrivere al professor Posar, anch’egli rifugiatosi a Spinut e che cerca di sopravvivere all’uragano di fuoco e ferro che si sta abbattendo su di lui. Il racconto che ne fa Posar è drammatico
“Corro alla cieca sotto archi di terriccio e di sassi sollevati dai proiettili. Sbatto a terra continuamente scaraventatovi dallo spostamento d’aria […] giunto in fondo al cortile della caserma un muro di quattro metri circa mi si para innanzi , un muro ad angolo retto e a lieve bugnato. Come mi vi arrampicassi […] io non lo so. Ricordo soltanto che in pochi attimi fui su, La furia degli aerei che ci perseguitavano tramutava le mie braccia in ali. Ma giunto in cima al muro ecco un altro ostacolo: una rete metallica alta circa un metro e mezzo […] ricordo che in quell’angolo non vi era un unico palo di ferro a reggere le due reti, ma due pali stretti l’un all’altro e confitti nel cemento. E ognuno reggeva una rete. Io non dico di averli, con un gesto da sansone, divisi quei due pali per passarvi trammezzo. Però anche per me resta un mistero come io abbia superato quella rete e fulmineamente […] “
(op.cit. pag. 147-149)
Quel mattino muoiono 205 civili, tra civili e militari. Tra questi numerosi agenti della questura, che si sono rifugiati a Spinut, confidando in quel Tricolore sempre più sfilacciato che sventola sulla caserma, perché l’avvenire all’esterno di quelle mura per loro è sempre più incerto.
Fonti: “DALMAZIA UNA CRONACA PER LA STORIA (1943-1944)” di Oddone Talpo, edito a cura dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma 1994; “ALBO D’ORO LA VENEZIA GIULIA E LA DALMAZIA NELL’ULTIMO CONFLITTO MONDIALE” di Luigi Papo de Montona, edito a cura dell’Unione degli Istriani, Trieste 1989