Dionisi Fausto ✞ 20/01/1978
- Data:20/01/1978
- Età:33
- Data di nascita:06/10/1954
- Provincia di nascita:Viterbo
- Luogo di nascita:Acquapendente
- Corpo:Corpo delle Guardie di P.S. (1944-1981)
- Provincia:Firenze
- Grado:Guardia
- Reparto:Questura
- Causa:Terrorismo ed eversione
Fu ucciso da un commando terrorista che assaltò il carcere delle Murate per fare evadere alcuni detenuti.
Verso mezzogiorno una donna molto giovane suonò il campanello dell’alloggio di servizio adiacente al carcere delle Murate, dove abitava il maresciallo degli Agenti di Custodia responsabile della vigilanza della struttura penitenziaria. Con uno stratagemma si fece aprire la porta dalla moglie del maresciallo e, tenendola sotto la minaccia di una pistola, fece entrare altri due giovani, che subito cominciarono a segare le sbarre di una finestra che si affaccia sul cortile interno del carcere. Nel frattempo i due detenuti Renato Bandelli e Franco Jannotta terminarono un identico lavoro, cominciato di buon mattino: stavano finendo di segare le sbarre di una finestra della cella in cui sono rinchiusi. Il piano del commando era evidente: aprire una via di fuga ai due detenuti attraverso l’appartamento del maresciallo, dopo aver divelto le sbarre della finestra che dava sul cortile. In quel frangente, una pattuglia della Volante, composta da tre Agenti di P.S., giunse davanti al carcere e si trovò di fronte altri due terroristi, uno armato di mitra e l’altro di rivoltella, che improvvisamente aprono il fuoco contro gli agenti.
Fausto Dionisi, colpito in pieno petto, si accasciò al suolo e morirà poco dopo, appena trasportato in ospedale. La guardia Dario Atzeni, colpito da quattro proiettili all’altezza dell’inguine, verrà salvato dopo un disperato intervento chirurgico. Il terzo agente, fortunatamente illeso, rispose al fuoco dei terroristi, che gli lanciarono contro una bomba a mano riuscendo a fuggire.
La guardia Dionisi lasciò la moglie ed una figlia in tenera età.
La responsabilità del fatto fu attribuita all’organizzazione di estrema sinistra Prima linea e pochi mesi dopo i membri del commando vennero arrestati, insieme agli ideatori dell’azione ed ai dirigenti del movimento, che fu smantellato.
Alla guardia Dionisi, che fu insignito della medaglia d’oro al V.C., furono dedicate l’intitolazione di una scuola elementare di Firenze (via Aretina 463), una strada del capoluogo e la sede ANPS dello stesso.
Fonte: La Nazione; Memorie Storiche – Albo d’Oro dei Caduti della Polizia di Stato; si ringrazia l’Isp. C. Vincenzo Marangione.
NOTA: Fra gli organizzatori del piano figura Sergio D’Elia, allora esponente di spicco di Prima Linea. Arrestato nel maggio del ’78, viene condannato per concorso in omicidio, in qualità di mandante, a trent’anni di reclusione, poi ridotti a 25 in appello ed infine dimezzati in applicazione della legge sulla dissociazione dal terrorismo e per altri benefici di legge, venendo scarcerato dopo dodici anni. Nel 1993 milita nel Partito Radicale e fonda l’associazione “Nessuno tocchi Caino”. Nel 2000 è riabilitato, con sentenza del Tribunale di Roma. Nel 2006 viene eletto al Parlamento Italiano quale deputato del partito Rosa nel Pugno ed ottiene l’incarico di Segretario della Camera dei Deputati.
Fonte: http://www.radicalparty.org/member/delia.htm
La tomba del collega (da YouTube)
Un significativo bozzetto che ricostruisce il drammatico scontro a fuoco (per gentile concessione del sito istituzionale www.poliziadistato.it)
I rilievi sul luogo dell’eccidio (da La Nazione, per gentile concessione)
La lapide commemorativa sul luogo dell’uccisione
La Democrazia ha un costo inestimabile e va difesa sempre e chi a pagato sacrificando con la propria vita non va dimenticato. Le Istituzioni devono cogliere tutte le opportune occasioni per rievocare gli eventi-
Buona sera.
Nella targa mostrata in fotografia e collocata sul luogo dell’assassinio, il caduto viene indicato con il grado di appuntato.
E’ possibile?
Con cordialità.
Maurizio Bedin, Sabaudia (Latina).
Con ogni evidenza la promozione fu postuma al decesso.