Foti Giuseppe ✞ 25/04/1945
- Data:25/04/1945
- Età:45
- Data di nascita:28/05/1900
- Provincia di nascita:Messina
- Luogo di nascita:Messina
- Causa:Evento Bellico
- Corpo:Polizia Repubblicana
- Reparto:Questura Repubblicana
- Provincia:Trieste
- Grado:Vice Brigadiere
Morì il 25 Aprile come conseguenza della ferita subita il giorno precedente in un conflitto a fuoco con un partigiano sloveno.
La sera del 24 Aprile un partigiano si recò in una abitazione di Via Gatteri a Trieste, dove si trovava una base clandestina della Resistenza slovena nel capoluogo giuliano. All’interno, però si trovavano gli agenti di Polizia appartenenti all’Ispettorato di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia che avevano scoperto la base clandestina e che attendevano l’arrivo del partigiano per sorprenderlo. Al suo ingresso si scatenò una violenta sparatoria e lo sloveno gettò una bomba a mano che ferì i due agenti all’interno, consentendogli di fuggire. Nel frattempo il vicebrigadiere Foti, in quel momento fuori servizio ma residente nello stesso edificio uscì dalla propria abitazione, richiamato dai rumori della sparatoria. Alla vista del fuggitivo lo bloccò nell’androne del palazzo ma venne ferito mortalmente a colpi di pistola.
Il Vice Brigadiere Giuseppe Foti morì il giorno successivo nell’ospedale di Trieste.
Ecco la testimonianza dello stesso assassino resa in istruttoria:
« Foti non era della banda Collotti, semplicemente abitava in quel palazzo. Mi puntò contro la pistola perché voleva arrestarmi. Non fare il cretino, lasciami andare, gli dissi, non sei neanche in servizio. Niente da fare, non mi avrebbe lasciato andare. Io ho dovuto sparare, se non sparavo io mi avrebbe ammazzato lui ».
L’uccisore venne catturato poco dopo, in seguito ad un nuovo conflitto a fuoco nel corso del quale rimase ferito. Liberato in seguito all’ingresso delle truppe jugoslave a Trieste, negli anni ’50 il responsabile della morte del vice brigadiere Foti fu rinviato a giudizio, ma la Magistratura italiana decise per il non luogo a procedere in quanto il reato era coperto dall’amnistia del 1946. Nel 1985 l’uccisore ricevette la nostra cittadinanza, in quanto sposato con una cittadina italiana.
Fonte: “la Pubblica Sicurezza sul Confine orientale 1938-1945” di Mario De Marco; pagina web http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuan6e28.htm; archivio storico “Livio Valentini” in www.laltraverita.it.