Galia Pietro ✞ 12/03/1926
- Data:12/03/1926
- Età:45
- Data di nascita:13/07/1879
- Grado:Brigadiere
- Corpo:Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza
- Causa:Infortunio in operazione di servizio
- Provincia:Milano
- Reparto:Regia Questura
- Reparto:Squadra Mobile
Morì il 12 Marzo insieme al collega brigadiere Salvatore Raciti, dilaniato dallo scoppio accidentale di una spoletta esplosiva in un negozio di armaiolo a Milano.
I due sottufficiali, appartenenti entrambi alla Squadra Mobile della Questura di Milano, intorno alle 9 del mattino si erano recati nel negozio di un armaiolo in via Canonica n°78, allo scopo di interrogare il proprietario in merito ad un furto di pellicce avvenuto alcune settimane prima in una ditta milanese. I brigadieri Galia e Raciti erano da poco entrati nel negozio ed avevano iniziato a interrogare il proprietario quando il locale venne devastato da una esplosione. Il brigadiere Pietro Galia rimase ucciso sul colpo, mentre il suo collega Raciti rimase gravemente ferito, insieme all’armaiolo, al suo operaio ed a uno straccivendolo che si trovava all’interno dell’esercizio commerciale. Le condizioni del brigadiere Raciti apparvero immediatamente disperate, a causa di una orribile lesione cranica. Egli venne trasportato, ormai in coma, prima alla Guardia Medica di Via Paolo Sarpi e poi all’Ospedale Maggiore di Milano, dove morì alle 11.50 dello stesso giorno.
L’inchiesta accertò che a causare l’esplosione era stato lo scoppio accidentale di una spoletta esplosiva (forse un residuato bellico) che lo straccivendolo, poi rimasto ferito nella deflagrazione, aveva trovato il giorno prima in un mucchio di rottami metallici acquistati da un collega. Lo straccivendolo si era recato nel negozio dell’armaiolo poco prima dell’arrivo dei due sottufficiali della Squadra Mobile di Milano, perché l’artigiano svitasse la spoletta in modo di separare il rame e l’ottone dalla quale questa era composta. Gli inquirenti accertarono che la spoletta era esplosa mentre veniva maneggiata dallo straccivendolo e che la deflagrazione era stata aumentata dall’esplosione di una scatola di polvere nera depositata accanto ad un vicino scaffale.
I brigadieri Pietro Galia e Salvatore Raciti erano due dei migliori investigatori della Squadra Mobile milanese, tanto da fare parte di un gruppo scelto di agenti noto come “la squadretta” protagonista di numerosi interventi durante tutti gli anni ’20.
Pietro Galia lasciò la moglie, gravemente ammalata, e tre figli.
Fonte: “Corriere della Sera” del 13 e 14 Marzo 1926
Buon giorno.
Qualche anno fa, la RAI mandò in onda uno sceneggiato che raccontava la storia del Commissario Mario Nardone (quello del caso Fort per intenderci), interpretato da Sergio Assisi, in servizio a Milano nell’immediato dopoguerra.
A lui si deve tra l’altro, l’istituzione del 777, il primo numero di pronto intervento, antesignano del 113 e veniva definito come l’uomo che inventò la Squadra Mobile.
Vorrei chiarire un dubbio: se questo reparto presente in tutte le Questure è effettivamente nato nel dopoguerra, come mai viene citato in molte schede di caduti negli anni 20 e 30?
Buongiorno.
Il termine “inventore” della squadra mobile è sicuramente fuorviante. A Mario Nardone si deve in realtà la riorganizzazione radicale di questo ufficio investigativo che venne ricostruito dal nulla in una Milano disintegrata dalla guerra.