Mancini Giuseppe ✞ 17/10/1897
- Data:17/10/1897
- Età:38
- Data di nascita:13/09/1859
- Provincia di nascita:Firenze
- Luogo di nascita:Firenze
- Grado:Brigadiere
- Corpo:Corpo delle Guardie di Città
- Provincia:Firenze
- Causa:Malore in servizio o per causa di servizio
- Reparto:Regia Questura
Morì il 17 Ottobre 1897 a Firenze, a seguito di un malore che lo aveva colpito durante gli scontri con un gruppo di operai.
Quel pomeriggio il brigadiere Mancini, comandante della Squadra Mobile della Questura di Firenze, venne incaricato di partecipare al servizio d’ordine durante i funerali di un operaio, ai quali intervennero numerose organizzazioni sindacali e di sinistra. Quando il corteo funebre raggiunse il Ponte Rosso, sindacalisti ed esponenti politici improvvisarono alcuni brevi interventi in commemorazione del defunto al termine dei quali, come da accordi con la Questura, il gruppo dei partecipanti avrebbe dovuto sciogliersi, riavvolgendo drappi e bandiere.
L’ordine non poté essere eseguito immediatamente, anche a causa della grande folla di persone presenti ai funerali che accalcava il piazzale del Ponte Rosso. Quando guardie di città e carabinieri cercarono di far rispettare gli accordi, ne seguì un accesso parapiglia.
In quella che oggi è via Giovanni Pascoli, il brigadiere Mancini cercò di sequestrare il drappo di un circolo socialista partecipante ai funerali. Ne seguì una breve colluttazione al termine della quale il poliziotto venne visto cadere al suolo, colto da un improvviso malore.
Trasportato in Ospedale in condizioni disperate, il brigadiere Mancini morì poco dopo il ricovero.
Il brigadiere Giuseppe Mancini era entrato nell’Amministrazione di Pubblica Sicurezza nel 1879, prestando servizio a Livorno, Milano, Ravenna e Bologna. Egli era rientrato a Firenze, propria città d’origine, nel febbraio 1897.
Nel corso della carriera il brigadiere Mancini aveva ricevuto 27 gratificazioni e 25 encomi ed una promozione al grado superiore per merito straordinario del servizio.
Giuseppe Mancini lasciò l’anziano padre.
Fonte: quotidiano “la Nazione” del 18 e 19 ottobre 1897