Manfreda Antonio ✞ 05/03/2002
- Data:05/03/2002
- Età:71
- Data di nascita:23/08/1931
- Provincia di nascita:Lecce
- Reparto:Commissariato
- Causa:Malattia dipendente da causa di servizio
- Corpo:Polizia di Stato
- Provincia:Roma
- Causa:Terrorismo ed eversione
- Grado:Vice Brigadiere
Morì il 5 marzo 2002 per le ferite riportate il 28 maggio 1980 in un conflitto a fuoco contro terroristi eversivi dei N.A.R. avvenuto in piazza Trasimeno di fronte a un liceo della capitale. In quell’occasione venne assassinato anche l’appuntato di P.S. Francesco Evangelista. Il terzo collega, Giovanni Lorefice, rimase anch’egli gravemente ferito: riconosciuto “Vittima del terrorismo”, morirà ben 44 anni dopo in dipendenza delle ferite riportate.
Quel giorno i tre colleghi erano impegnati in un servizio di vigilanza di fronte al Liceo Giulio Cesare, una scuola difficile, dove da anni avvenivano scontri tra studenti delle opposte fazioni politiche. Quel mattino, alle 8,10 circa quattro terroristi dei NAR giunsero dinanzi al Liceo. L’obiettivo era quello di disarmare i tre agenti e di schiaffeggiarli, per “ridicolizzare la militarizzazione del territorio”, ma i poliziotti si accorsero della presenza dei terroristi e cercarono di reagire. Gli aggressori aprirono il fuoco per primi. Il vice brigadiere Manfreda fu colpito da sette pallottole: tre lo ferirono di striscio mentre quattro lo attinsero al collo e al cranio, provocandone la temporanea cecità.
I terroristi fuggirono con la pistola di uno degli agenti feriti e la radio portatile della pattuglia.
Il capo del commando venne ferito ed arrestato nel 1981 a Padova dopo un conflitto a fuoco costato la vita a due carabinieri. Condannato all’ergastolo è libero da alcuni anni.
La sua compagna, che partecipò all’assassinio dell’appuntato Evangelista, venne arrestata nel marzo 1982 dopo una sparatoria costata la vita a un giovane passante.
Un terzo componente del commando si suicidò nel maggio 1982 per non farsi catturare dalla Polizia.
Il vice brigadiere Manfreda venne congedato per infermità derivante da causa di servizio il 2 febbraio 1981. Le ferite riportate ne minarono progressivamente il fisico fino al decesso. Venne riconosciuto “Vittima del Dovere”.
Circa la qualifica (che la stampa dell’epoca ha sempre indicato come appuntato), viene mantenuta quella posseduta al momento del congedo: grazie all’importante testimonianza del figlio Giovanni, apprendiamo infatti che il poliziotto era stato già promosso al grado di vice brigadiere, come risulta anche da foglio matricolare.
Fonte: Marianna Di Nardo, “Doppiavela 21, 113 pronto!”, ed. Franco Angeli; Corriere della Sera, varie edizioni dei giorni successivi. Si ringraziano l’Ufficio Pensioni del Ministero dell’Interno per le cortesi informazioni fornite e il figlio del Caduto per le importanti precisazioni fornite e per il materiale trasmesso a corredo della presente scheda.
(credits: Giovanni Manfreda)