Nube Mario ✞ 28/04/1945
- Data:28/04/1945
- Età:25
- Provincia di nascita:Venezia
- Luogo di nascita:Mestre
- Provincia:Como
- Causa:Evento Bellico
- Grado:Maresciallo
- Corpo:Polizia Repubblicana
- Reparto:Questura Repubblicana
Venne sommariamente passato per le armi dai partigiani a Mariano Comense nelle fasi immediatamente successive alla Liberazione. Nella medesima circostanza venne uccisa anche la guardia Ernesto Vismara.
Il 26 aprile il militare si era consegnato spontaneamente al comando partigiano della Divisione Puecher a Seregno, rilasciando spontanee dichiarazioni in ordine al recupero delle armi del distaccamento di polizia di Inverigo ove prestava servizio. Trattenuto a disposizione del comando partigiano, la sera del 28 aprile il militare venne prelevato assieme ad altri 5 prigionieri da altri partigiani del CLN di Mariano Comense giunti in loco che li caricarono su un camion e li trasportarono presso una cava di ghiaia in località Paina. Inutilmente il prevosto, fatto colà pervenire per la somministrazione dei sacramenti, cercò di intercedere accampando la moralità dei prigionieri; riuscì a ottenere una dilazione di un quarto d’ora per poter avvisare il sindaco di Mariano Comense di quanto stava succedendo, ma quando il prelato ritornò sul posto l’esecuzione sommaria aveva già avuto corso.
La salma del sottufficiale, riesumata 15 anni dopo, riposa nel cimitero di Mestre (VE). Dramma nel dramma, quel medesimo giorno fu uccisa anche Giuseppina Canesi, suocera del maresciallo, colpita per errore da una pallottola esplosa da un milite GNR mentre si trovava affacciata al balcone di casa con in braccio il nipotino.
Fonte: archivio storico “Livio Valentini” in www.laltraverita.it; N. Bergna, “Sconosciuti”, pag. 174 e seguenti.
Se non ricordo male, così come anche riportato su altre schede, il comando supremo alleato aveva diramato ai vari comitati partigiani, una direttiva con la quale si vietavano tassativamente le esecuzioni sommarie degli appartenenti, sia militari, poliziotti e civili, alla ex – Repubblica Sociale Italiana, in quanto prigionieri di guerra a tutti gli effetti, da trattarsi secondo le convenzioni internazionali.
In alcune schede si legge che fu lo stesso CLN a lasciare mano libera agli appartenenti, ordinando addirittura l’esecuzione non solo di chi si era consegnato spontaneamente, ma addirittura anche dei prigionieri feriti, in dispregio di qualsiasi convenzione internazionale, prima ancora che del senso dell’onore.
Mi chiedo come andarono realmente le cose e se davvero gli anglo americani fecero di tutto per far rispettare le regole oppure lasciarono tacitamente mano libera ai partigiani (solo un anno prima si erano verificati i tragici fatti in Ciociaria, con le violenze sulla popolazione civile perpetrate dalle truppe marocchine), per ringraziarli dell’aiuto fornito nello sconfiggere i nazifascisti!
E’ difficile tracciare uno spartiacque in quel periodo estremamente convulso. La bibliografia storica consultata ci tramanda un CLN (e un CLNAI) molto attenti nel cercare di far rispettare le direttive in materia di trattamento dei prigionieri di guerra: in alcune realtà funzionò, in altre no. Le testimonianze di chi visse quel periodo ci hanno fatto capire che molto dipendeva da quale fazione politica partigiana comandava la singola area: se di natura filo-democristiana o liberale, in linea di massima i prigionieri vennero trattati secondo disposizioni. Se invece di natura comunista, le cose andarono diversamente.