Onofri Cesare ✞ 29/06/1983
- Data:29/06/1983
- Età:30
- Grado:Agente
- Causa:Ordine pubblico
- Corpo:Polizia di Stato
- Reparto:Reparto Celere
- Provincia:Roma
Morì il 29 Giugno a Frattaminore (NA) in seguito ai postumi delle ferite subite sei anni prima durante dei violenti scontri di piazza a Roma.
Il 12 Marzo 1977 a Roma i gruppi della sinistra extraparlamentare indissero una manifestazione nazionale di protesta, a seguito degli scontri che il giorno precedente a Bologna erano costati la vita ad uno studente di estrema sinistra. Nel pomeriggio decine di migliaia di contestatori, dopo essersi radunati in Piazza dei Cinquecento si diressero in corteo verso il centro della Capitale ma, giunti nei pressi di Piazza del Gesù, dove allora si trovava la sede della Democrazia Cristiana, dal corteo si staccarono gruppi di estremisti che scagliarono delle bottiglie molotov contro la sede del partito.
Il contingente del 1° Reparto Celere che presidiava gli uffici della DC rispose con il lancio di candelotti lacrimogeni. Fu l’inizio di una serie di violenti scontri in tutto il centro storico di Roma tra le Forze dell’Ordine e gli estremisti di sinistra, i quali attaccarono il Ministero di Grazia e Giustizia, nel tentativo di devastarlo, un commissariato di Polizia e una caserma dei carabinieri, sedi di partito, armerie, negozi ed uffici pubblici ed esplosero contro agenti e militari anche numerosi colpi d’arma da fuoco. Agenti di Polizia e carabinieri, nel tentativo di respingere la folla, risposero con numerose cariche di alleggerimento, con il lancio di centinaia di candelotti lacrimogeni e, in alcuni casi, si videro costretti a fare uso delle armi in dotazione.
L’agente Cesare Onofri, in servizio presso la III Compagnia del 1° Reparto Celere di Roma, insieme al proprio contingente fu impegnato negli scontri sin dal loro inizio, esplodendo numerosi candelotti con il proprio lancia-lacrimogeni contro gli estremisti nel tentativo di disperderli, ma sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, mentre contrastava l’ennesimo assalto, venne ferito da un colpo di pistola alla scapola destra. L’agente Onofri fu subito trasportato in ospedale dove subì una disperata operazione chirurgica, ma il proiettile che lo aveva raggiunto gli aveva lesionato la spina dorsale, lasciandolo paralizzato. Negli anni successivi l’agente Cesare Onofri fu sottoposto a diverse ed inutili operazioni chirurgiche, in Italia ed all’estero, nel vano tentativo di restituirgli la mobilità. Morì sei anni dopo, nella propria abitazione, per “collasso cardiocircolatorio da insufficienza renale, paraplegia arti inferiori da pregresso trauma spinale” e il suo decesso venne riconosciuto come dovuto a cause di servizio.
L’assassino dell’agente Cesare Onofri non venne mai identificato e il caso deve considerarsi quindi insoluto.
Fonte: “la Repubblica” del 13 e 14 marzo 1977; si ringraziano il collega in quiescenza Agostino Varicchio e l’Ufficio Storico della Polizia di Stato per la consulenza fornita.