Pagliaini Mario ✞ 30/12/1945
- Data:30/12/1945
- Età:38
- Data di nascita:02/01/1907
- Provincia di nascita:Genova
- Luogo di nascita:Genova
- Corpo:Amministrazione di Pubblica Sicurezza della RSI
- Grado:Commissario
- Causa:Deportazione - Prigionia per cause belliche
- Causa:Evento Bellico
- Provincia:Jugoslavia
- Reparto:Questura Repubblicana
Fu catturato dai partigiani jugoslavi il 3 Maggio e quindi deportato prima a Lubiana, nelle carceri del Tribunale e in seguito nelle carceri di Prisilna Dalavnica, sempre in Slovenia, ed ancora in quelle di Lubiana da dove venne prelevato alla mezzanotte del 30 Dicembre 1945 per quindi scomparire.
Secondo alcune fonti venne fucilato a Lubiana il 3 Dicembre dello stesso anno.
Alcune fonti lo indicano con il cognome di PAGLIANO o PAGLIANI.
Ne viene mantenuta l’appartenenza all’Amministrazione di P.S. della RSI mancando un decreto di transito nell’omologa Amministrazione civile della P.S..
Fonte: “la Pubblica Sicurezza sul Confine Orientale 1938-1945” di Mario De Marco; archivio storico “Livio Valentini” in www.laltraverita.it.
Come è noto, a Norimberga furono processati i gerarchi nazisti per crimini contro l’umanità.
Domanda: l’Italia ha mai provato a chiedere conto alla Jugoslavia dei tanti militari, poliziotti e semplice cittadini, deportati e fatti sparire durante i tragici giorni dell’occupazione di Gorizia e Trieste, anche nell’ambito della conferenza di pace di Parigi, visto che il trattato di pace se non sbaglio, prevedeva il ritorno a casa dei prigionieri di guerra?
Oppure per calcolo politico, come posso immaginare, gli Alleati vincitori, visto che eravamo un paese sconfitto, ci hanno detto di lasciare perdere?
No, e ritengo che il motivo sia dovuto ad una semplice considerazione, forse non condivisibile oggi, ma obtorto collo l’unica percorribile allora (a scanso di equivoci e come parere personale, sono d’accordo con le scelte di allora): se avessimo chiesto conto alla Jugoslavia delle foibe è certo che Belgrado (e con lei anche Tirana, Atene ed Addis Abeba e forse anche Mosca e Parigi) ci avrebbero chiesto conto del periodo della nostra occupazione militare in cui non sempre fummo “Italiani brava gente”.
Eravamo in torto, eravamo gli sconfitti e per noi non era il caso di muovere troppo le acque… rischiavamo di sprofondarci dentro.
Se noi avessimo buttato sul tavolo le foibe di Basovizza e Monrupino, tanto per intenderci, gli jugoslavi avrebbero risposto chiedendo conto delle stragi di Podhum (un centinaio di civili uccisi) e di Cajnice (70 civili uccisi) e delle altre Podhum e Cajnice jugoslave che accaddero durante i 29 mesi di nostra occupazione ( e furono parecchie).
Se avessimo parlato del campo di concentramento sloveno di Borovnica (dai 3000 ai 5000 prigionieri italiani morti di stenti, malattie e maltrattamenti) gli jugoslavi avrebbero chiesto ragione del campo di concentramento di Arbe/Rab (dai 1500 ai 3500 civili iugoslavi morti per gli stessi motivi. Molti di loro erano bambini) e anche quello di Gonars (circa 500 morti).
In conclusione, Norimberga l’avremmo vista noi.