Piccioni Vincenzo ✞ 25/10/1927
- Data:25/10/1927
- Età:35
- Corpo:Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza
- Provincia:Estero
- Causa:Naufragio
- Reparto:Regia Questura
- Grado:Vice Brigadiere
Morì il 25 ottobre al largo delle coste brasiliane, nell’affondamento del piroscafo “Principessa Mafalda”.
Il vicebrigadiere Piccioni era stato incaricato della scorta ad un ingente quantitativo di valuta destinato alla sede della Banca d’Italia di Montevideo, capitale dell’Uruguay, e imbarcato sul piroscafo “Principessa Mafalda”, una nave della compagnia Navigazione Generale Italiana. Il piroscafo salpò da Genova l’11 Ottobre 1927, a bordo oltre al brigadiere Piccioni, viaggiavano oltre 1200 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Tra questi numerosi erano gli emigranti provenienti da diverse regioni italiane e dalla Siria.
La navigazione iniziò sotto i peggiori auspici, tra vari problemi tecnici che costrinsero a forti ritardi il “Principessa Mafalda”, (una unità ormai vecchia e di fatto all’ultimo viaggio prima della demolizione) sino a che a circa un centinaio di miglia dalle coste brasiliane l’asse dell’elica si sfilò e le pale di questa, ormai senza controllo, provocarono un ampio squarcio nello scafo che provocò presto l’affondamento della nave.
Secondo le autorità italiane le vittime del naufragio furono circa trecento ma i giornali sudamericani, più realisticamente parlarono di 657 morti, tra i quali il vicebrigadiere Vincenzo Piccioni. La successiva commissione d’inchiesta condotta dalla Regia Marina italiana accertò che la tragedia era stata causata dal cedimento del giunto dell’elica e inoltre che ben sei scialuppe di salvataggio erano state mal posizionate sulla nave.
La società di Navigazione Generale Italiana venne costretta a pagare forti indennizzi alle famiglie delle vittime del naufragio.
Fonti: “Odissee” di Gian Antonio Stella, Rizzoli 2004, “Corriere della Sera” e “la Stampa” del 27 ottobre 1927 e successivi, lista delle vittime disponibile presso il seguente sito internet http://listadodepasajeros.blogspot.com.ar/.