Rauni Antonio ✞ 15/06/1945
- Data:15/06/1945
- Età:49
- Data di nascita:21/12/1896
- Provincia di nascita:Jugoslavia (EE)
- Luogo di nascita:Visignano d'Istria
- Corpo:Amministrazione di Pubblica Sicurezza della RSI
- Grado:Commissario
- Causa:Deportazione - Prigionia per cause belliche
- Causa:Evento Bellico
- Provincia:Fiume
- Reparto:Questura Repubblicana
Venne fucilato insieme a decine di altri componenti della Questura di Fiume il 15 Giugno, sul campo di aviazione di Grobnico.
Viene mantenuta l’appartenenza alla disciolta Amministrazione di P.S. della RSI, mancando agli atti il decreto di transito nell’Amministrazione Civile della P.S..
Antonio Rauni era in servizio presso lo Schedario Forestieri della Questura di Fiume A partire dall’8 Settembre 1943 e dalla dissoluzione delle Forze Armate Italiane i combattimenti e le incursioni nei pressi della città aumentarono considerevolmente con centinaia di vittime tra i contendenti e la popolazione civile. Molti appartenenti alla Polizia di Fiume cercarono di frapporsi tra i contendenti per proteggere la popolazione, come fece il commissario Giovanni Palatucci, Questore Reggente della città che protesse migliaia di ebrei e profughi civili, in accordo con i propri collaboratori e probabilmente con la Resistenza italiana di Fiume, e per questo venne arrestato dai tedeschi e deportato in Germania dove morì di stenti nel campo di prigionia di Dachau. Nel marzo 1945 le truppe partigiane jugoslave lanciarono una grande offensiva verso Trieste e Fiume, nella quale fecero ingresso il 3 Maggio dello stesso anno. Gli agenti della Questura per la maggior parte rimasero al loro posto, ritenendo di non essersi compromessi con gli occupanti tedeschi e di essersi limitati a difendere la popolazione civile. Molti degli agenti si presentarono quindi regolarmente in servizio in Questura, a quel tempo ubicata in Piazza Roma, ma qui vennero arrestati dagli uomini dell’OZNA, il servizio segreto jugoslavo. Molti vennero fucilati nei giorni successivi nel campo di Grobnico o gettati in mare o nelle foibe carsiche fuori della città, altri ancora vennero deportati all’interno della Jugoslavia dove la maggior parte morì di stenti, maltrattamenti e malattie nei campi di prigionia. Come nel resto della Venezia Giulia e della Dalmazia la repressione a Fiume si estese a tutti gli italiani della città, coinvolgendo oltre agli uomini delle Forze dell’Ordine e ai militari italiani anche gli esponenti della Resistenza antifascista italiana e gli autonomisti fiumani. La repressione segnò la fine di Fiume italiana.
Viene mantenuta l’appartenenza alla Polizia Repubblicana, mancando agli atti il decreto di transito nel Corpo delle Guardie di P.S..
Fonte: “le Vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni 1939- 1947” edito a cura della Società di Studi Fiumani di Roma e del Hrvatski Institut za Povijest di Zagabria, disponibile su www.archivi.beniculturali.it/DGA-free/Sussidi/Sussidi_12.pdf ; elenco commemorazioni e premiazioni in http://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/premiati.doc