Restuccia Letterio ✞ 02/05/1949
- Data:02/05/1949
- Età:23
- Data di nascita:30/07/1925
- Provincia di nascita:Messina
- Luogo di nascita:Mili Marina
- Causa:Conflitto a fuoco
- Corpo:Corpo delle Guardie di P.S. (1944-1981)
- Grado:Guardia
- Provincia:Palermo
- Reparto:Questura
Verso le 20,30 del 2 maggio un Nucleo delle forze di repressione del banditismo, alloggiato nell’ex abitazione del bandito Salvatore Giuliano, stava per rientrare nella casa, quando fu oggetto di numerose raffiche di mitra esplose nell’oscurità da alcuni banditi, fra i quali probabilmente il Giuliano stesso, che certo mal poteva sopportare l’onta di vedere la propria casa natìa “profanata” dalle forze dell’ordine, che peraltro gli avevano arrestato la madre e la sorella per indurlo a costituirsi.
Gli agenti risposero subito al fuoco ma non riuscirono ad impedire che i malviventi si dileguassero, lasciando a terra due Guardie ferite, una in maniera molto grave: il Restuccia infatti si era accasciato in un lago di sangue e sembrava aver perso conoscenza. A quella sparatoria ne seguì immediatamente un’altra: altri agenti avevano intercettato i banditi poche decine di metri più in là, sparando verso di loro. Un agente, che era appostato sul balcone della caserma, venne colpito e, unitamente agli altri due feriti, fu trasportato all’ospedale militare di Palermo, dove a tutti e tre furono prestate le cure del caso. Due agenti, feriti alle braccia, se la cavarono con una prognosi di 15 giorni, ma per la Guardia Restuccia, colpito al torace, ogni intervento risultò vano, in quanto le pallottole avevano leso organi vitali.
Le indagini sul grave fatto di sangue condussero all’arresto di una trentina di persone. Contemporaneamente la Polizia decise di isolare totalmente l’abitato di Montelepre, effettuando vasti rastrellamenti, istituendo posti di blocco sulle 24 ore ed abolendo persino la giornaliera corsa della corriera. Inoltre, per indurre gli abitanti ad una maggior collaborazione, dispose che tutti i negozi, in particolare quelli di generi alimentari, restassero chiusi fino a nuovo ordine.
Fonte: Quotidiani “L’Ora” e “Giornale di Sicilia” del 3.05.1949, archivio ritagli stampa della Questura di Palermo.
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