Rossini Luciano ✞ 16/09/1866
- Data:16/09/1866
- Corpo:Corpo delle Guardie di P.S. (1852-1890)
- Grado:Guardia
- Causa:Ordine pubblico
- Provincia:Palermo
- Reparto:Regia Questura
Fu ucciso a Palermo nel corso della rivolta denominata “del Sette e Mezzo”.
La rivolta, organizzata da una strana unione di elementi borbonici, repubblicani e addirittura di garibaldini delusi ( unione alla quale non furono estranei elementi mafiosi) esplose alla fine della Terza Guerra d’Indipendenza, quando alla delusione per l’ amministrazione inadeguata ed impreparata (ed in alcuni casi ottusa) del nuovo Stato Italiano si unirono l’umiliazione per le sconfitte subite dalle Forze Armate durante la Terza Guerra d’Indipendenza e il desiderio da parte di molti degli insorti di compiere vendette personali e di bottino sui cittadini lealisti e sulle Forze dell’Ordine .
Quando migliaia di rivoltosi assaltarono Palermo di sorpresa, la mattina del 16 Settembre, gli agenti vennero colti completamente alla sprovvista. Molti furono uccisi quando gli insorti presero d’assalto la Prefettura e la Questura, altri ancora mentre erano di pattuglia nelle strade, altri mentre difendevano gli edifici pubblici assediati. L’ispettore di pubblica sicurezza Giovanni Bolla fu ucciso a Monreale, insieme a quattro poliziotti e ventotto carabinieri. A Bagheria fu ucciso il delegato di pubblica sicurezza Salvatore Natale che appena pochi giorni prima aveva catturato un brigante condannato a 30 anni di carcere e che alcuni mesi prima era evaso mentre veniva trasportato nel carcere di Favignana. A Misilmeri la guardia di pubblica sicurezza Angelo Sartorio fu linciato dalla folla e, mutilato in modo orribile prima di essere lasciato morire dissanguato sulla strada . Sartorio era particolarmente inviso ad alcuni perché aveva fatto rispettare la legge vietando il passaggio dei porcari con i loro maiali all’ìnterno del paese.
La Rivolta di Palermo fu sedata con estrema durezza dalle Forze Armate. Prima le navi della Regia Marina bombardarono la città poi marinai, fanti di Marina, soldati dell’Esercito e uomini delle Forze di Polizia combatterono casa per casa contro i rivoltosi riconquistando la città dopo accaniti combattimenti. Decine di insorti catturati armi in pugno furono fucilati, altre migliaia vennero arrestati ed inviati in prigione o ai lavori forzati. Oltre 200 tra soldati e agenti delle varie Forze dell’Ordine furono uccisi durante la rivolta. Sono ignote le perdite degli insorti e della popolazione civile durante la Rivolta, ma si ritiene ragionevole supporre che abbiano superato le centinaia di vittime.
Fonte: “la Perseveranza”, la “Lombardia”