Salvia Giuseppe ✞ 23/10/1944
- Data:23/10/1944
- Età:55
- Causa:Assassinio
- Grado:Maresciallo 2° classe
- Provincia:Massa Carrara
- Corpo:Polizia Repubblicana
- Reparto:Questura Repubblicana
Morì il 23 Ottobre in località Casette di Massa (MS), fucilato da pseudo – partigiani.
Nell’estate del 1944 il maresciallo Salvia, comandante del Nucleo di P.S. di Massa, si mise in urto con le autorità della RSI, rifiutando di eseguire alcuni ordini da lui ritenuti illegali. Il maresciallo Salvia già in precedenza era entrato in conflitto con gli esponenti del fascismo locale dopo aver denunciato per gioco d’azzardo alcuni ufficiali della Milizia e del Partito sorpresi in una bisca clandestina della città toscana. Il Questore di Apuania, per calmare fascisti repubblicani e tedeschi, rimosse dal comando il sottufficiale, minacciando di consegnarlo ai tedeschi. Quando questi ultimi ordinarono l’evacuazione della città, le autorità della RSI di Carrara decisero di arrestare il maresciallo Salvia e gli altri 12 agenti componenti del Nucleo di P.S. e di farli deportare in Germania. Un informatore, però, riuscì ad avvisare il sottufficiale e i suoi uomini, i quali si diedero alla macchia nella zona del monte Brugiana, sulle Alpi Apuane, unendosi alla Resistenza.
Il 13 Ottobre il maresciallo Salvia decise di tornare a Massa per una breve visita, allo scopo di poter riabbracciare la propria famiglia, nonostante fosse stato vivamente sconsigliato in proposito da un alto esponente della Resistenza locale. Durante il tragitto, però, nella località di Canevara di Massa, il maresciallo Salvia venne riconosciuto da un partigiano della Brigata Garibaldi, il quale prima della guerra era stato arrestato dal sottufficiale per reati comuni. Il maresciallo Giuseppe Salvia venne quindi “arrestato” dai partigiani della Garibaldi e condannato a morte per non meglio precisati “crimini”. Durante la sua prigionia, in favore del maresciallo Salvia intervenne un alto esponente della Resistenza toscana, il quale cercò inutilmente di ottenerne la liberazione.
Il 23 Ottobre il maresciallo Giuseppe Salvia venne condotto con altri sventurati nel cimitero di Casette di Massa e qui fu costretto a scavarsi la fossa, prima di venire ucciso a raffiche di mitra. Il certificato di morte cita genericamente come causa di decesso quella di “mitragliamento”.
Gli assassini non vennero mai individuati.
Giuseppe Salvia lasciò moglie e figli. Durante la sua carriera in Polizia aveva prestato servizio a Milano, Firenze, Forlì, Lucca e infine ad Apuania.
Fonte: si ringraziano il collega Vincenzo Di Nuzzo per le ricerche e i familiari del Caduto per le informazioni cortesemente fornite.
Un altro bel esempio di un partigiano che tutto può definirsi fuorché tale.