Scaglia Emilio ✞ 03/06/1944
- Data:03/06/1944
- Età:21
- Data di nascita:19/11/1925
- Causa:Evento Bellico
- Grado:Guardia PAI
- Reparto:Nucleo PAI "Mazzini"
- Corpo:Polizia dell'Africa Italiana
- Provincia:Roma
La guardia Emilio Scaglia venne fucilata insieme alla guardia di P.S. Giovanni Lupis a Forte Bravetta da un plotone di agenti della PAI (Polizia Africa Italiana) dietro condanna a morte emessa dai tedeschi.
Le guardie Lupis e Scaglia, attivi membri della Resistenza romana, erano stati arrestati dai nazisti che li avevano detenuti nel comando della GESTAPO in Via Tasso a Roma, dove erano stati torturati per estorcere loro delle confessioni ed i nomi degli altri partigiani, ma i due poliziotti rifiutarono di collaborare. Il 3 Giugno, quando gli Alleati stavano ormai per entrare nella Capitale, i due poliziotti insieme ad altri prigionieri vennero fucilati a Forte Bravetta, luogo divenuto tristemente noto a causa delle esecuzioni di molti patrioti italiani.
Il comandante della GESTAPO di Roma, Herbert Kappler, alla fine della guerra venne condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine. Evase nel 1977 dall’ospedale militare del Celio, dove era ricoverato, grazie alla complicità della moglie e morì l’anno successivo in Germania.
Emilio Scaglia lasciò la madre e tre fratelli.
Fonti: “Polizia Moderna”; sito http://www.comune.roma.it/
Buona sera.
Kappler fu condannato anche per le varie sentenze di morte come quella dei due poliziotti?
Con cordialità.
Maurizio Bedin, Sabaudia (Latina).
Buonasera.
Di questo non siamo a conoscenza.
Perché allora viene citato nella scheda relativa ai due sfortunati poliziotti, se non è stato il diretto responsabile della loro fine?
Con cordialità.
Maurizio Bedin, Sabaudia, (Latina).
Il colonnello Kappler era il comandante della GESTAPO di Roma, responsabile dell’arresto degli agenti Scaglia e Lupis e della prigione di Via Tasso dove vennero detenuti e torturati e la sentenza che condannava a morte loro ed altri quattro patrioti fu emessa da un tribunale militare tedesco (del quale conosciamo benissimo l’indipendenza, l’imparzialità e la correttezza giuridica).
Anche se la fucilazione dei sei partigiani venne eseguita da un plotone della PAI (ahimè!) il responsabile del loro arresto e della loro morte (cosa che, durante il Reich millenario era di fatto consequenziale) fu il colonnello delle SS Herbert Kappler, il vero “padrone” di Roma, a meno che non si voglia supporre l’indipendenza della magistratura tedesca, non solo militare, tra il 1933 ed il 1945 in Germania e nell’Europa occupata.
La citazione del destino successivo di Kappler ci è parsa quindi obbligatoria, anche se non siamo a conoscenza di eventuali contestazioni a suo carico per le fucilazioni di Forte Bravetta nel processo del Dopoguerra .
Prevengo una sua eventuale domanda: non siamo a conoscenza di provvedimenti giudiziari a carico dei membri del tribunale militare tedesco che condannò a morte i sei patrioti di forte Bravetta e nemmeno nei confronti dei membri del plotone d’esecuzione che eseguì la sentenza.
Buona sera.
Questa mattina, stando a quanto riportato dalla stampa (quotidiano “Il Tempo), davanti alla Questura di Roma, è stata collocata una pietra di inciampo in memoria del sacrificio dei due caduti.
Con cordialità.
Maurizio Bedin, Sabaudia (Latina).