Serra Emilio ✞ 16/08/1944
- Data:16/08/1944
- Età:66
- Corpo:Amministrazione di Pubblica Sicurezza del Regno d'Italia
- Causa:Assassinio
- Provincia:Asti
- Grado:Questore del Regno
- Reparto:Regia Questura
Fu prelevato nella propria abitazione di Albugnano (AT) da un gruppo di partigiani, orribilmente seviziato e infine assassinato per mera vendetta personale.
La vicenda che portò alla morte del funzionario (fervente antifascista che si era dimesso dal ruolo di questore dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, dedicandosi alla professione di avvocato) iniziò due anni prima, nel 1942, quando il dott. Serra era ancora un Questore del Regno.
Un giorno imprecisato di quell’anno il funzionario aveva sorpreso un contadino (tale Pasquale Roggero) intento a cacciare lepri fuori dal calendario venatorio e lo aveva aspramente rimproverato, minacciando di denunciarlo. Da allora l’individuo iniziò a covare un rancore sempre più accentuato verso il dott. Serra, con il proposito di vendicarsi.
L’occasione si presentò nel 1944 quando l’Astigiano venne occupato da un gruppo di partigiani ai quali il Roggero denunciò la figura del Serra come fascista. Il comandante della banda partigiana (detto “il biondo di Tonengo” e che finirà a sua volta fucilato per ordine di un altro comandante partigiano) raccolse la denuncia senza indagare se i fatti contestati fossero veri e organizzò assieme al Roggero una banda composta di una decina di altri individui che la notte del 16 agosto penetrarono nella villa dell’ex funzionario. Dopo averlo immobilizzato lo portarono dapprima a casa del Roggero (continuando a torturarlo lungo il tragitto anche con l’uso di coltelli, in quella che in sede processuale sarà definita una vera e propria “Via Crucis”) e poi in un bosco dove avevano già preparato una fossa: qui lo abbatterono con un colpo di piccone alla testa e lo seppellirono.
Poco tempo dopo il Roggero fu ucciso in una sparatoria con la Guardia Nazionale Repubblicana; altri membri della banda furono catturati e deportati nei campi di concentramento dai nazisti.
Il 20 giugno 1945, dal momento che le indagini avevano ormai individuato i responsabili di questo efferato delitto, il figlio del Roggero fece quindi recuperare il corpo del questore Serra, sperando di alleggerire la sua posizione. Nonostante questo, i superstiti del “commando” che aveva catturato e ucciso il funzionario vennero a loro volta imprigionati e processati. Si ignora il contenuto della sentenza.
Viene mantenuta la sua ultima qualifica rivestita.
Fonte: La Stampa del 23 gennaio 1948; L’Opinione del 10/05/46; L’Unità del 22/02/1949; biblioteca “Livio Valentini” in www.laltraverita.it.
Buon giorno.
Non mi stupirei se i superstiti di quei “partigiani” (che tutto erano fuorché tali), siano riusciti a farla franca grazie alle amnistie intervenute nel dopoguerra, in nome della “riconciliazione nazionale”.
Con cordialità.
Maurizio Bedin, Sabaudia (Latina).