Spinosi Marcello ✞ 03/03/2000

Era il Dirigente del Commissariato di P.S. di Città di Castello (Perugia) da poco più di due anni.

La notte del 3 marzo, intorno all’una, stava tornando a Città di Castello da Chianciano, sua città natale, a bordo di una Fiat Uno, percorrendo la superstrada «Europa 45». Poco prima, all’altezza del km 100, nei pressi di Umbertide, un camionista, dipendente di una grossa azienda di autotrasporti romagnola, aveva fermato il proprio Tir per riposare, stanco delle troppe ore di guida. Anziché cercare una piazzola di sosta, si era però fermato in piena corsia di sorpasso, a luci spente! Un’incredibile sciocchezza che un altro automobilista, dopo aver fortunatamente schivato l’ostacolo, stava comunicando alla polizia col proprio cellulare.

Proprio in quell’istante sopraggiungeva l’auto del vice questore Spinosi il quale, purtroppo, solo all’ultimo momento si avvedeva dell’imprevedibile ostacolo, che ostruiva la strada. Il funzionario tentava una disperata manovra d’emergenza, ma l’utilitaria si schiantava contro il camion, accartocciandosi sotto il cassone. A nulla valsero i soccorsi, arrivati sul luogo dello scontro pochi minuti dopo l’allarme.

Tutt’altro che turbato dalla sciagura che aveva provocato, il camionista albanese, indagato in stato di libertà per omicidio colposo, ribadiva più volte che era stanco, avendo guidato senza soste da Crotone, e aveva deciso di fermarsi per dormire. Il suo assurdo comportamento costò la vita a un uomo, un professionista ineccepibile — disse il questore di Perugia, Nicola Cavaliere — che aveva sempre tenuto con tutti un eccellente rapporto umano.

Marcello Spinosi lasciò tre bambini in tenera età.

Fonte: Il Resto del Carlino, 4 marzo 2000.