Valle Antonio ✞ 31/12/1945
- Data:31/12/1945
- Età:42
- Data di nascita:14/12/1903
- Luogo di nascita:Pignataro Maggiore
- Provincia di nascita:Napoli
- Causa:Deportazione - Prigionia per cause belliche
- Causa:Evento Bellico
- Provincia:Fiume
- Grado:Guardia Scelta
- Corpo:Polizia Repubblicana
- Reparto:Questura Repubblicana
Disperso, presumibilmente morto in prigionia o fucilato dai partigiani jugoslavi. La data di morte presunta è fissata come avvenuta il 31 dicembre 1945.
Intervenne Sentenza di Morte Presunta del Tribunale di Tortona pubblicata in G.U. del 12/03/1959.
La guardia scelta Valle aveva prestato servizio presso la Prefettura di Fiume. Antonio Valle era nato a Pignataro Maggiore (NA) il 14 dicembre 1903.
Ne viene mantenuta l’appartenenza alla disciolta Polizia Repubblicana mancando un decreto di transito nel Corpo delle Guardie di P.S..
A partire dall’8 Settembre 1943 e dalla dissoluzione delle Forze Armate Italiane i combattimenti e le incursioni nei pressi della città aumentarono considerevolmente con centinaia di vittime tra i contendenti e la popolazione civile. Molti appartenenti alla Polizia di Fiume cercarono di frapporsi tra i contendenti per proteggere la popolazione, come fece il commissario Giovanni Palatucci, Questore Reggente della città che protesse migliaia di ebrei e profughi civili, in accordo con i propri collaboratori e probabilmente con la Resistenza italiana di Fiume, e per questo venne arrestato dai tedeschi e deportato in Germania dove morì di stenti nel campo di prigionia di Dachau.
Nel marzo 1945 le truppe partigiane jugoslave lanciarono una grande offensiva verso Trieste e Fiume, nella quale fecero ingresso il 3 Maggio dello stesso anno. Gli agenti della Questura per la maggior parte rimasero al loro posto, ritenendo di non essersi compromessi con gli occupanti tedeschi e di essersi limitati a difendere la popolazione civile. Molti degli agenti si presentarono quindi regolarmente in servizio in Questura, a quel tempo ubicata in Piazza Roma, ma qui vennero arrestati dagli uomini dell’OZNA, il servizio segreto jugoslavo. Molti vennero fucilati nei giorni successivi nel campo di Grobnico o gettati in mare o nelle foibe carsiche fuori della città, altri ancora vennero deportati all’interno della Jugoslavia dove la maggior parte morì di stenti, maltrattamenti e malattie nei campi di prigionia. Come nel resto della Venezia Giulia e della Dalmazia la repressione a Fiume si estese a tutti gli italiani della città, coinvolgendo oltre agli uomini delle Forze dell’Ordine e ai militari italiani anche gli esponenti della Resistenza antifascista italiana e gli autonomisti fiumani. La repressione segnò la fine di Fiume italiana.
Fonte principale: “le Vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni 1939- 1947” edito a cura della Società di Studi Fiumani di Roma e del Hrvatski Institut za Povijest di Zagabria, disponibile su www.archivi.beniculturali.it/DGA-free/Sussidi/Sussidi_12.pdf; archivio storico “Livio Valentini” in www.laltraverita.it.