Vigilante Lodovico ✞ 28/02/1945
- Data:28/02/1945
- Età:62
- Data di nascita:13/06/1882
- Corpo:Amministrazione di Pubblica Sicurezza della RSI
- Causa:Deportazione - Prigionia per cause belliche
- Causa:Evento Bellico
- Provincia:Mauthausen
- Reparto:Questura Repubblicana
- Grado:Vice Questore
Morì il 28 Febbraio nel campo di sterminio di Mauthausen (Austria) a causa degli stenti e dei maltrattamenti subiti.
Il vice questore Vigilante fu uno dei principali fautori dell’aiuto prestato alla comunità ebraica della città. Si adoperò in prima persona assieme al parroco don Giovanni Bertoni nell’organizzazione di un traffico di ebrei e antifascisti verso la Svizzera al fine di porli in salvo dalle deportazioni. Il vice questore Vigilante continuò in questa sua opera di salvataggio anche dopo essere stato scoperto le autorità tedesche e repubblichine. Fu quindi arrestato il 21 Novembre 1944 all’interno del proprio ufficio e, dopo essere stato detenuto prima nel carcere di Marassi a Genova e poi nel campo di concentramento di Bolzano, venne successivamente deportato a Mauthausen, dove morì.
Nelle medesime circostanze fu catturato e deportato il suo collaboratore, il commissario Nicola Amodio, anch’egli morto in prigionia.
Fonte: si ringrazia l’Ispettore Capo Vincenzo Marangione per la cortese collaborazione; sito internet http://www.storiain.net/arret/num89/artic2.asp
Il commissario lodovico Vigilante non apparteneva alla polizia repubblicana, cancellate per favore quella bestemmia ad onore del suo sacrificio; lui apparteneva al Corpo degli Agenti di P.S. e purtroppo arrestato e deportato dalle SS e da un gruppo di civili fascisti purtroppo e cosi la storia piaccia o non piaccia Tarcisio Trani
Il vice questore Lodovico Vigilante faceva parte dell’Amministrazione di Pubblica Sicurezza della RSI, non della Polizia Repubblicana che ne era l’articolazione militare. Il refuso è stato corretto. Tuttavia va precisato che non è corretto dire che “apparteneva al Corpo degli Agenti di P.S.” (che non prevedeva al suo interno la figura dei funzionari), poiché egli venne assunto nella antecedente Amministrazione della P.S. del Regno d’Italia. Dopo l’Otto settembre l’Italia fu divisa in due: le province del Nord furono annesse alla RSI e tutti i dipendenti delle precedenti amministrazioni transitarono per volontà o per forza nelle corrispondenti amministrazioni della RSI. Questo fatto nulla toglie al valore dimostrato dal dott. Vigilante che, come tantissimi altri funzionari, continuò ad adempiere al suo dovere con la medesima abnegazione.
Polizia Repubblicana non è sinonimo di collaborazionismo e sostenerlo è, mi si permetta, un errore. All’interno dell’Amministrazione di PS della RSI e del Corpo della Polizia Repubblicana ci furono numerosi esempi di funzionari, sottufficiali ed agenti che rimasero fedeli al Re o che combatterono dall’interno per riportare la Democrazia nel nostro Paese. Vigilante fu uno di questi, ma lo furono anche Palatucci, Giglio, Lungaro, Mastrodomenico e centinaia di poliziotti di ogni ordine e grado che in un modo o nell’altro combatterono per la Libertà. Purtroppo la dizione corretta per il loro Corpo di appartenenza può essere solo quella di Polizia Repubblicana o dell’Amministrazione di PS della RSI, anche per un Giglio, morto alle fosse Ardeatine o per un Vigilante, morto a Mauthausen. Storicamente questa è la realtà, che possiamo legittimamente non apprezzare, ma che è un dato di fatto, per quanto amaro ci può sembrare.